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1862 - 1954 Tassa di manomorta

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Nel diritto germanico un individuo era denominato soggetto di manomorta nel momento in cui veniva affrancato dal suo status di servo, ma era giuridicamente incapace di disporre dei suoi beni e di ereditare. Successivamente si chiamarono in questa maniera tutti gli enti morali e religiosi che disponevano di ricchi patrimoni lasciati dai loro componenti, diventando così una proprietà sottratta al libero commercio. Pertanto l'immobilizzazione dei beni di manomorte si sottraevano dal pagamento di qualsiasi tassa e, per questo motivo, in gran parte degli stati europei era stata istituita una tassa per questo scopo.

La tassa di manomorta era una tassa annuale proporzionale che si applicava alla rendita reale o presunta dei beni immobili e mobili appartenenti agli enti morali, computata nella misura stabilita per le tasse di registro nei casi di trasmissione per causa di morte. Furono sottoposte alla tassa di manomorta tutti i beni che erano posseduti dalle province, dai comuni, dalle istituzioni di carità, dalle fabbriche e da altre istituzioni ecclesiastiche, da benefici ecclesiastici, dalle cappelle laiche, dalle associazioni di arti e mestieri, dagli istituti religiosi di qualsiasi culto e da tutti gli altri stabilimenti e corpi morali. Erano esentate le società commerciali ed industriali, di credito e di assicurazione, in quanto soggette ad altro tributo, nonché gli asili per l'infanzia.

La rendita imponibile degli immobili era determinata dal prezzo annuo della locazione, da cui si deducevano l'ammontare annuo dell'imposta fondiaria e le spese di riparazione. La quota della tassa era fissata nella misura di 4 lire per ogni 100 lire della rendita soggetta a tassa. Gli istituti di carità e di beneficenza pagavano una tassa ridotta di sole lire 0,50 per ogni 100 lire della loro rendita imponibile. Erano esclusi dalla tassa gli enti morali il cui asse patrimoniale, al netto delle deduzioni, non produceva una rendita imponibile eccedente le lire 300.

Avvenuta l'unificazione politica, il Ministro Bastogi, al fine di estendere in tutto il Regno la tassa di manomorta, presentava il 4 luglio 1861 al Parlamento il relativo progetto legislativo, che poi divenne la legge n. 587 del 21 aprile 1862.

La tassa fu abolita con legge n. 608 del 31 luglio 1954.