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1874 - 2007 Tassa sui contratti di borsa

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Era una tassa cosiddetta speciale, che si applicava in sostituzione delle imposte di registro e di bollo sui contratti di borsa.

Sotto il profilo oggettivo, i presupposti per l'applicazione della tassa erano riconducibili da un lato, alla natura dei titoli o valori trasferiti, dall'altro al carattere oneroso dei trasferimenti. Sotto il profilo soggettivo, la tassa sui contratti di Borsa si applicava sia ai contratti conclusi direttamente tra privati contraenti o con l'intervento di soggetti diversi dagli intermediari autorizzati, sia tra privati e intermediari autorizzati, ovvero tra privati con l'intervento di intermediari autorizzati, nonché tra intermediari autorizzati.

Fu introdotta con la legge n. 1971 del 14 giugno 1874, al fine di raggiungere il pareggio di bilancio.

La tassa sui contratti di Borsa fu in seguito disciplinata dal R.D. n. 3278 del 30 dicembre 1923. In base a questa riforma, l'imposta si riscuoteva o mediante l'impiego di foglietti bollati venduti dall'Amministrazione, o con l'uso di fogli stampati, muniti preventivamente dagli uffici del registro con marche da bollo, da annullarsi esclusivamente da detti uffici, o con punzone. Solo per i contratti a contanti e a termine tra persone ammesse a negoziare nel mercato ufficiale, l'imposta poteva essere corrisposta per mezzo di marche da annullarsi direttamente dalla parte con la scritturazione della data.

L'art. 37 del D.L. n. 248/2007 (cosiddetto "milleproroghe") ha abolito, a decorrere dal 31 dicembre 2007, la tassa sui contratti di Borsa.